Tina Brown, ex direttrice di New York e Vanity Fair, parla del suo sito DailyBeast
Web, gli utenti "consumano" l'arte
Le sezioni più trafficate sono quelle su pittura, scultura e fotografia.
Web, gli utenti "consumano" l'arte
Le sezioni più trafficate sono quelle su pittura, scultura e fotografia.
New York – Chi ha mai detto che il pubblico non vuole più arte e cultura? La 55enne Tina Brown, leggendaria ex-direttrice dei prestigiosi New Yorker e Vanity Fair è disposta a scommettere il contrario. Il prossimo 1 giugno il suo influente sito web http://www.thedailybeast.com/ - oltre 2 milioni e mezzo di visitatori unici in soli 7 sette mesi di vita – lancerà una art section che coprirà a tappeto la scena artistica internazionale. Vernissage in musei e gallerie private di tutto il mondo, recensioni, interviste con pittori, scultori e fotografi, ultimi trend artistici e caccia ai nuovi talenti attraverso la collaborazione col sito specializzato http://artkrush.com/current.
Elite Globale - «La maggior parte dei giornali cartacei americani hanno chiuso o ridotto drasticamente le loro sezioni artistiche», spiega al Corriere online la Brown, «eppure le nostre pagine più trafficate sono proprio quelle sulle arti visive e la cultura in generale. La dimostrazione dell’esistenza di un enorme serbatoio di gente colta, da Roma a Londra e da Mosca a Pechino, - la cosiddetta elite globale, - tutta da conquistare». Il lancio di ArtBeast coincide con il mega party organizzato dalla stessa Brown (insieme ad Alessandro Benetton e Arne Glimcher, presidente della potente PaceWildenstein Gallery di New York), in occasione dell’apertura della Biennale Arte, il prossimo 4 giugno presso l’Hotel Monaco sul Canal Grande. Tra gli invitati: John Baldessari, Maurizio Cattelan, Sir Evelyn e Lady de Rothschild, James Franco, Nanette Lepore, Takashi Murakami, Yoko Ono, Lady Helen Windsor e Zhang Xiaogang.
La Recesione Stimola L'arte - Non solo glamour però. Sì, perché a detta della Brown «la recessione economica è stata una manna per il mondo dell’arte. Che finalmente sta tornando alle origini e non è più soltanto un business a fini di lucro». «Da quando vengono pagati meno», spiega, «gli artisti sono tornati a dipingere, scolpire e fotografare ciò che amano. E la qualità dei lavori è migliorata moltissimo». Che effetto fa per una veterana della carta stampata esistere solo nel ciber-spazio? «Non l’avrei mai immaginato ma l’adoro. Non provo alcuna nostalgia per i giornali, anche perché la componente visiva sul web è ben più eccitante. E poi amo poter rispondere alle notizie in tempo reale. L’Europa su Internet è ancora indietro», precisa, «ma presto si adeguerà».
Nuovo Progetto: Festival Letterario a Venezia, e Sul Web - E proprio dal cyber-spazio la star del giornalismo Usa spera di lanciare il suo prossimo, ambiziosissimo progetto: il primo festival letterario Veneziano. «Lo chiamerei Daily Beast Venice. Dopo il festival del cinema e la Biennale Arte, la Serenissima merita anche un premio letterario ed è incredibile che nessuno ci abbia pensato già prima». Alcuni suoi illustri colleghi sostengono che Venezia è una città morta? «Più è minacciata e più il suo valore aumenta», ribatte lei. «Anche la crociata per salvare Venezia, alla fine, sarà vinta da Internet. Dopotutto – conclude - rimane la capitale mondiale dell’arte; uno dei centri di cultura più importanti del pianeta». «Altre città hanno provato ad imitarla, ma senza successo», la incalza il gallerista Arne Glimcher, «Berlino sta costruendosi la sua Biennale e San Paolo ne ha già una. Nulla a che fare con quella di Venezia però. Unica e irripetibile – spiega – perché mette in mostra da sempre l’arte sublime accanto a quella obbrobriosa».
Elite Globale - «La maggior parte dei giornali cartacei americani hanno chiuso o ridotto drasticamente le loro sezioni artistiche», spiega al Corriere online la Brown, «eppure le nostre pagine più trafficate sono proprio quelle sulle arti visive e la cultura in generale. La dimostrazione dell’esistenza di un enorme serbatoio di gente colta, da Roma a Londra e da Mosca a Pechino, - la cosiddetta elite globale, - tutta da conquistare». Il lancio di ArtBeast coincide con il mega party organizzato dalla stessa Brown (insieme ad Alessandro Benetton e Arne Glimcher, presidente della potente PaceWildenstein Gallery di New York), in occasione dell’apertura della Biennale Arte, il prossimo 4 giugno presso l’Hotel Monaco sul Canal Grande. Tra gli invitati: John Baldessari, Maurizio Cattelan, Sir Evelyn e Lady de Rothschild, James Franco, Nanette Lepore, Takashi Murakami, Yoko Ono, Lady Helen Windsor e Zhang Xiaogang.
La Recesione Stimola L'arte - Non solo glamour però. Sì, perché a detta della Brown «la recessione economica è stata una manna per il mondo dell’arte. Che finalmente sta tornando alle origini e non è più soltanto un business a fini di lucro». «Da quando vengono pagati meno», spiega, «gli artisti sono tornati a dipingere, scolpire e fotografare ciò che amano. E la qualità dei lavori è migliorata moltissimo». Che effetto fa per una veterana della carta stampata esistere solo nel ciber-spazio? «Non l’avrei mai immaginato ma l’adoro. Non provo alcuna nostalgia per i giornali, anche perché la componente visiva sul web è ben più eccitante. E poi amo poter rispondere alle notizie in tempo reale. L’Europa su Internet è ancora indietro», precisa, «ma presto si adeguerà».
Nuovo Progetto: Festival Letterario a Venezia, e Sul Web - E proprio dal cyber-spazio la star del giornalismo Usa spera di lanciare il suo prossimo, ambiziosissimo progetto: il primo festival letterario Veneziano. «Lo chiamerei Daily Beast Venice. Dopo il festival del cinema e la Biennale Arte, la Serenissima merita anche un premio letterario ed è incredibile che nessuno ci abbia pensato già prima». Alcuni suoi illustri colleghi sostengono che Venezia è una città morta? «Più è minacciata e più il suo valore aumenta», ribatte lei. «Anche la crociata per salvare Venezia, alla fine, sarà vinta da Internet. Dopotutto – conclude - rimane la capitale mondiale dell’arte; uno dei centri di cultura più importanti del pianeta». «Altre città hanno provato ad imitarla, ma senza successo», la incalza il gallerista Arne Glimcher, «Berlino sta costruendosi la sua Biennale e San Paolo ne ha già una. Nulla a che fare con quella di Venezia però. Unica e irripetibile – spiega – perché mette in mostra da sempre l’arte sublime accanto a quella obbrobriosa».
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