Un piccolo passo per l'uomo..."
"Ora scendo. Sarà un piccolo passo per l'uomo, ma un gigantesco passo per l'umanità". Neil Armstrong, comandante della missione Apollo 11, è sull'ultimo gradino della scaletta del Lem "Aquila". Poi allunga la gamba e poggia il piede sinistro sulla superficie della Luna: è il primo uomo a sbarcarvi. Sono le 4.56 e 15 secondi del 21 luglio 1969 in Italia, le 22.56 e 15 secondi del 20 luglio negli Stati Uniti. Una data rimasta storica.
Obama riceve gli astronautiIn occasione dell'anniversario il presidente Usa, Barack Obama, ha ricevuto riceve alla Casa Bianca i tre astronauti che parteciparono alla missione Apollo: Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins. L'evento sarà celebrato per tutta la prossima settimana negli Stati Uniti, a partire dal Centro Kennedy in Florida, al Centro spaziale di Houston, in Texas, dove si trovava la sala di controllo, al celebre museo dell'aviazione e dello spazio a Washington, nonchè dall'Orchestra sinfonica nazionale che si esibirà in un concerto a temi musicali di film come "Guerre Stellari", "Star Trek" ed "E.T.". Il via alla missioneSono le 9.32 del 16 luglio 1969, un torrido mattido a Cape Kennedy. Un migliaio di persone è radunato nei pressi del Centro spaziale per guardare la partenza del missile che porterà il primo uomo sulla Luna quattro giorni dopo. "Go! go! go!", e accanto alla rampa di lancio si alza un coro che accompagna l'Apollo 11 nei 4 minuti prima di uscire dalla portata delle telecamere, segnando l'inizio del più grande successo della storia della Nasa.L'Apollo 11 è l'ultima tappa della corsa allo spazio iniziata negli anni '50 e rilanciata da John Fitzgerald Kennedy nel suo primo discorso davanti al Congresso americano, nel 1961, con l'annuncio che l'America avrebbe portato l'uomo sulla Luna entro la fine del decennio: "Non abbiamo deciso di andare sulla Luna perché è facile, ma perché è difficile". Un piano costato decine di milioni di dollari con tre generazioni di missioni spaziali: Mercury, Gemini e da ultimo il progetto Apollo. Un progetto che, in piena Guerra Fredda, rappresentava un vero e proprio braccio di ferro stellare tra Usa e Unione Sovietica, per affermare non solo la supremazia tecnologica americana ma anche quella missilistica. Per Kennedy, infatti, che l'impatto psicologico dell'uomo sulla Luna avrebbe dato agli Stati Uniti un vantaggio quasi insormontabile sugli avversari, che nel 1957 avevano stupito il mondo portando il primo essere umano nello spazio.L'allunaggioIl 20 luglio il comandante della missione posa per la prima volta il piede sulla superficie lunare. E la leggenda vuole che, dopo la storica frase sul piccolo passo per l'uomo, Armstrong abbia mormorato anche un "Buona fortuna Mr Gorsky": riferimento a un vicino di casa al quale, quando Neil era ancora bambino, la moglie avrebbe gridato: "Sesso orale?? Solo quando il figlio dei vicini camminerà sulla Luna".Con Armstrong, poco dopo, scende sulla Luna anche il suo compagno di viaggio Edwin "Buzz" Aldrin, mentre in orbita intorno al satellite, a bordo della capsula madre "Columbia", resta ad aspettarli il terzo astronauta della missione Apollo 11, Michael Collins. L'unico essere umano, paradossalmente, che anche volendo non può vedere in diretta televisiva l'evento, e deve accontentarsi di ascoltare l'audio dei compagni.E mentre Armstrong scende l'ultimo gradino della scaletta, nel Centro controllo missione gli scienziati e i tecnici che hanno programmato e fatto in modo che il sogno si realizzasse tremano: temono che il comandante possa essere inghiottito dal suolo lunare, o che possa non vedere nulla a causa della polvere che si solleva, spessa come gesso. Ma tutta va bene. Armstrong non volge il viso verso il Sole per non rischiare di rimanere accecato, nonostante la lamina d'oro del suo casco gli garantisca un buona protezione. L'astronauta non cammina, ma quasi striscia per paura di perdere l'equilibrio. La prima cosa che fa è raccogliere ciottoli, rocce, pietre lunari da portare a Terra per far sapere al mondo com'è fatta la Luna.La rivincitaAppena Neil conferma che tutto procede bene, dalla pancia di "Aquila" scende anche Aldrin. Il suo impatto con la Luna lo affronta con un passo deciso. E a Houston scoppia un applauso liberatorio. La prima permanenza dei due astronauti sul satellite dura due ore, quindici minuti e dodici secondi. Due ore dietro le quali c'è il lavoro di 400mila tra tecnici e scienziati dell'ente spaziale statunitense. Per affrontare la missione, gli Usa hanno investito 240milioni di dollari di allora, il costo di circa due mesi di guerra in Vietnam. Ma, sopratutto, c'è la rivincita di un intero Paese, guidato in quel momento dal presidente Richard Nixon. Una rivincita sui russi, che con Yuri Gagarin, il 12 aprile 1961, avevano ottenuto il primato del primo uomo nello spazio.
"Ora scendo. Sarà un piccolo passo per l'uomo, ma un gigantesco passo per l'umanità". Neil Armstrong, comandante della missione Apollo 11, è sull'ultimo gradino della scaletta del Lem "Aquila". Poi allunga la gamba e poggia il piede sinistro sulla superficie della Luna: è il primo uomo a sbarcarvi. Sono le 4.56 e 15 secondi del 21 luglio 1969 in Italia, le 22.56 e 15 secondi del 20 luglio negli Stati Uniti. Una data rimasta storica.
Obama riceve gli astronautiIn occasione dell'anniversario il presidente Usa, Barack Obama, ha ricevuto riceve alla Casa Bianca i tre astronauti che parteciparono alla missione Apollo: Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins. L'evento sarà celebrato per tutta la prossima settimana negli Stati Uniti, a partire dal Centro Kennedy in Florida, al Centro spaziale di Houston, in Texas, dove si trovava la sala di controllo, al celebre museo dell'aviazione e dello spazio a Washington, nonchè dall'Orchestra sinfonica nazionale che si esibirà in un concerto a temi musicali di film come "Guerre Stellari", "Star Trek" ed "E.T.". Il via alla missioneSono le 9.32 del 16 luglio 1969, un torrido mattido a Cape Kennedy. Un migliaio di persone è radunato nei pressi del Centro spaziale per guardare la partenza del missile che porterà il primo uomo sulla Luna quattro giorni dopo. "Go! go! go!", e accanto alla rampa di lancio si alza un coro che accompagna l'Apollo 11 nei 4 minuti prima di uscire dalla portata delle telecamere, segnando l'inizio del più grande successo della storia della Nasa.L'Apollo 11 è l'ultima tappa della corsa allo spazio iniziata negli anni '50 e rilanciata da John Fitzgerald Kennedy nel suo primo discorso davanti al Congresso americano, nel 1961, con l'annuncio che l'America avrebbe portato l'uomo sulla Luna entro la fine del decennio: "Non abbiamo deciso di andare sulla Luna perché è facile, ma perché è difficile". Un piano costato decine di milioni di dollari con tre generazioni di missioni spaziali: Mercury, Gemini e da ultimo il progetto Apollo. Un progetto che, in piena Guerra Fredda, rappresentava un vero e proprio braccio di ferro stellare tra Usa e Unione Sovietica, per affermare non solo la supremazia tecnologica americana ma anche quella missilistica. Per Kennedy, infatti, che l'impatto psicologico dell'uomo sulla Luna avrebbe dato agli Stati Uniti un vantaggio quasi insormontabile sugli avversari, che nel 1957 avevano stupito il mondo portando il primo essere umano nello spazio.L'allunaggioIl 20 luglio il comandante della missione posa per la prima volta il piede sulla superficie lunare. E la leggenda vuole che, dopo la storica frase sul piccolo passo per l'uomo, Armstrong abbia mormorato anche un "Buona fortuna Mr Gorsky": riferimento a un vicino di casa al quale, quando Neil era ancora bambino, la moglie avrebbe gridato: "Sesso orale?? Solo quando il figlio dei vicini camminerà sulla Luna".Con Armstrong, poco dopo, scende sulla Luna anche il suo compagno di viaggio Edwin "Buzz" Aldrin, mentre in orbita intorno al satellite, a bordo della capsula madre "Columbia", resta ad aspettarli il terzo astronauta della missione Apollo 11, Michael Collins. L'unico essere umano, paradossalmente, che anche volendo non può vedere in diretta televisiva l'evento, e deve accontentarsi di ascoltare l'audio dei compagni.E mentre Armstrong scende l'ultimo gradino della scaletta, nel Centro controllo missione gli scienziati e i tecnici che hanno programmato e fatto in modo che il sogno si realizzasse tremano: temono che il comandante possa essere inghiottito dal suolo lunare, o che possa non vedere nulla a causa della polvere che si solleva, spessa come gesso. Ma tutta va bene. Armstrong non volge il viso verso il Sole per non rischiare di rimanere accecato, nonostante la lamina d'oro del suo casco gli garantisca un buona protezione. L'astronauta non cammina, ma quasi striscia per paura di perdere l'equilibrio. La prima cosa che fa è raccogliere ciottoli, rocce, pietre lunari da portare a Terra per far sapere al mondo com'è fatta la Luna.La rivincitaAppena Neil conferma che tutto procede bene, dalla pancia di "Aquila" scende anche Aldrin. Il suo impatto con la Luna lo affronta con un passo deciso. E a Houston scoppia un applauso liberatorio. La prima permanenza dei due astronauti sul satellite dura due ore, quindici minuti e dodici secondi. Due ore dietro le quali c'è il lavoro di 400mila tra tecnici e scienziati dell'ente spaziale statunitense. Per affrontare la missione, gli Usa hanno investito 240milioni di dollari di allora, il costo di circa due mesi di guerra in Vietnam. Ma, sopratutto, c'è la rivincita di un intero Paese, guidato in quel momento dal presidente Richard Nixon. Una rivincita sui russi, che con Yuri Gagarin, il 12 aprile 1961, avevano ottenuto il primato del primo uomo nello spazio.
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